La canzone francese, i suoi interpreti, la città di Parigi: uno stretto legame raccontato da Giovanni Vacca in un libro edito da LIM.
«Questo libro è un tentativo, sicuramente limitato e circoscritto, di comprendere la nascita di un genere, il 'farsi' di un linguaggio musicale e poetico che ha indubbiamente, pur nelle infinite forme in cui si è manifestato, una sua peculiarità. Vale a dire un'attenzione particolare per la parola, una cura quasi artigianale per la musica e una straordinaria, ineguagliabile disposizione per la presenza scenica».
Così Giovanni Vacca sintetizza lo spirito di questo suo ultimo lavoro nell'introduzione di Memorie della canzone francese, saggio testé pubblicato dalla Libreria Musicale Italiana nella collana Grooves.
GLI SPETTACOLI
IN SCENA IN ITALIA
Un testo di spedita lettura, incrocio di riferimenti e di notizie, ricomprendibile in un ambito di appassionata ricerca indirizzata alle musiche ed alle culture popolari, che vede Vacca collaboratore di vari periodici ed autore di altri libri su tale filone d'indagine.
Musica, società, politica, cultura
Una premessa: la chanson è ben altra cosa delle mélodies dei colti salotti borghesi, 'canzoni d'arte' composte da musicisti 'seri' quali Gounod, Massenet, Hahn o Debussy. Anche perché è generalmente il frutto di una spinta 'dal basso', segnata da una impronta pressoché sempre popolare.
Il taglio espositivo scelto da Vacca è interdisciplinare: non tratta non solo di musica, autori ed interpreti, ma intreccia anche dati storici, politici, sociologici, culturali, sempre e comunque collegati alla città di Parigi. Prima a quella di metà '800, con i suoi quartieri popolari, le formicolanti stradine, i mille bistrot dei bassifondi, le tantissime goguettes, frequentate società canore dilettanti.
Un conglomerato urbano in cui spuntava ogni genere di canzone urbana quali ballate, goualantes, complaints, romances, vaudevilles. E in seguito, una volta smantellato l'antico centro storico dall'imponente riqualificazione urbana di Haussmann, alla Parigi ravvivata dai suoi café-chantants, dai suoi teatrini, dai fumosi cabaret, dagli affollati bal-musette, dai music-hall.
Le origini, indagate in profondità
Un grande merito del libro di Giovanni Vacca sta però nell'indagare a fondo anche l'iniziale fase evolutiva della chanson francese, da altri liquidata in poche pagine, se non in poche righe (Vacca la chiama “La nebulosa delle origini”) prima di passare al successivo sviluppo e diramarsi in più generi, anche nell'ambito di un progressivo, incontrastabile predominio dell'industria dello spettacolo, del disco, della radio.
Affermandosi da una parte il filone della chanson réaliste – la sua versione più nobile e drammatica – dall'altro la chanson d'evasione regina dei music-hall parigini, ed assai apprezzata dagli ascoltatori radiofonici. Una dualità che durò a lungo.
Il dramma e la passione, lo svago ed il sorriso
Massimo iniziatore del genere realistico, con un occhio rivolto alla più umile Parigi, fu il geniale e versatile Aristide Bruant - l'elegantone effigiato da Toulouse-Lautrec - seguito negli anni seguenti da Yvette Guilbert, Yvonne George, Fréhel, Damia. E dalla minuta Edith Piaf, la più grande di tutti.
E nel campo opposto dell'intrattenimento più leggero, ecco interpreti quali Polin e Dranem, Eloi e Gaston Ouvrard, due celeberrime vedettes quali Maurice Chevalier e Mistinguett. Alla fine del libro vengono poi ampiamente prese in esame due titaniche figure di chansonniers, parigini d'adozione: il valdese Gilles (al secolo Jean Villard), primo inventore del "teatro-canzone", e l'occitano Charles Trenet. Due autentici poeti, oltre che squisiti musicisti.
Non fermiamoci al 1945, andiamo avanti...
Il sottotitolo Nascita di un genere musicale (1848-1945) precisa i limiti temporali - salvo qualche rapida incursione in avanti – scelti per questo libro. Giunti alle ultime pagine, nasce l'ovvia aspettativa che Vacca si cimenti nel necessario proseguo di questa saga.
Che indaghi cioè l'immensa fortuna – internazionale, non solo nazionale - della regina dei decenni seguenti, la chanson à texte o chanson engagée, vale a dire 'impegnata'. Recuperando memoria di geniali autori/interpreti quali George Brassens, Gilbert Bécaud, Charles Aznavour, Georges Moustaki, Yves Montand, Léo Ferré. Juliette Gréco. Siamo qui che aspettiamo.
Memorie della canzone francese – Nascita di un genere musicale (1848-1945)
di Giovanni Vacca
LIM- Libreria Musicale Italiana Editore
Pag. 127 - € 18,00